domenica 31 gennaio 2010

Italia Australia: solo andata?

(Roma, 27/10/2010)

Ancora non ci credo, eppure in questi giorni stò concretizzando una delle mie idee, forse tra le più particolari... Me ne parto per l’Australia! ma non per una bella vacanza come fanno in tanti, ma per un soggiorno di circa un anno. In realtà, non ci crederò pienamente fino a quando non avrò messo il primo piede in terra straniera, con una valigia di 30 Kg da portarmi appresso e con in mano un visto che mi permette di non essere un clandestino per un anno. La città eletta meta del mio sogno è Melbourne nello stato di Victoria. Melbourne è la seconda città più grande del continente dopo Sydney e famosa in tutto il mondo tra le altre cose per alcune manifestazioni sportive quali il Gran Premio di Formula 1 d’Australia, gli Australian Open di Tennis o il Gran Premio di motociclismo dell’isola di Phillip Island (120 km a sud di Melbourne). Non è che sia una città pazzesca come New York, Hong Kong o come altre città che tolgono il fiato solamente leggendone le caratteristiche su Wikipedia, ma una città piena di opportunità e di grande vivibilità. Ho letto da qualche parte che ha vinto per tre anni consecutivi il premio per la città più vivibile al mondo. Per le informazioni che sono riuscito a reperire nelle mie ricerche è la città che offre il miglior connubio tra costo della vita, opportunità lavorative e divertimenti, il tutto in un clima simile a quello italiano, con il pregio di inverni meno rigidi ed estati leggermente meno calde.

La lontananza, il fuso orario, le stagioni opposte… sono tutte cose che creeranno difficoltà per i rapporti che ho in Italia, difficilmente qualcuno mi verrà a trovare con 24 ore di aereo ed un prezzo del biglietto che supera di molto i mille euro, e anche sentirmi con le persone care non sarà facile, 10 ore di fuso orario vogliono dire che con chiunque mi dovrò sentire, lo dovrò fare in orari assurdi o per me o per chi è in Italia. Nel pensare ad un modo per risolvere questi problemi di comunicazione, ispirato anche da idee di altre persone che hanno intrapreso avventure simili, ho deciso di scrivere un blog, ognuno da oggi potrà essere partecipe delle mie avventure (o disavventure), delle mie esperienze, e potrà monitorare le mie attività quasi in tempo reale. La nascita di un Blog non ha solo lo scopo di comunicare le mie esperienze a chi interessa, ma è anche un modo per avere un ricordo della mia avventura che vada oltre una cartella di foto archiviata in un computer e ricordi vaghi di vita australiana, ma che sia in grado di immagazzinare pensieri ed esperienze che non possono essere fotografati e che andrebbero persi con il passare del tempo. E poi, per chi non mi conosce ma vorrà fare un esperienza simile alla mia, potrà essere una sorta di guida dalla quale prendere spunti e attraverso la quale riuscire a minimizzare gli errori. Spero comunque che possa essere per tutti una piacevole lettura.

Prima di iniziare la mia avventura e la Vostra lettura è opportuna una piccola presentazione (ovviamente per chi non mi consoce), oltre una spiegazione sul motivo della mia partenza e sul perché proprio l’Australia…

Alessandro Pignata, 27 anni, Capricorno…

Piacere di fare la Vostra conoscenza.

La mia vita non è mai stata tanto particolare o avventurosa (almeno fino a prima di prendere questa decisione), diciamo anche abbastanza monotona, soprattutto perché da quando ho 19 anni ho iniziato a lavorare e dedicare la maggior parte del mio tempo al lavoro…

Viaggiare non è mai stata una delle mie priorità e mi sono ritrovato a 26 anni a non essere mai uscito dall’Italia e non aver mai preso un aereo. Il primo viaggio (stupendo) l’ho fatto nel mese di marzo del 2008 con Sabrina (la persona con la quale ho stupendamente passato gli ultimi 2 anni della mia vita). Siamo andati a New York; un altro mondo...

Ho ponderato la mia decisione mescolando insieme esigenze, sogni e speranze. La mia esigenza è quella di imparare la lingua inglese che al momento mi è quasi sconosciuta… questa mancanza mi sta costando tanto anche nel mondo del lavoro e rappresenta un freno per la mia carriera. Il sogno dell’Australia lo coltivo da tanto tempo, anche se in maniera molto passiva, non ho mai fatto nulla per realizzarlo, ma ogni volta che sento parlare di questa terra con così tante opportunità, priva di complicanze burocratiche tipiche dell’Italia, senza criminalità organizzata di stampo mafioso, oltretutto circondata da paesaggi naturali spettacolari e con spiagge stupende, mi viene voglia di mollare tutto e partire. La speranza è quella di abbandonare un paese come l’Italia dove la Mafia è radicata così tanto nella mentalità di alcune persone che per combatterla, bisognerebbe combattere prima le stesse persone che la subiscono; dove politica economia e giustizia si influenzano tra di loro, dove il merito è andato a farsi fottere e dove la bravura più grande deve essere quella delle giuste amizie…

In parole povere, sfruttando l’opportunità di andare a studiare inglese, voglio cogliere l’occasione di vivere altre mentalità, altre esperienze lavorative per verificare se “tutto il mondo è paese” o se invece c’è “paese e Paese”.

Allora è deciso… mollo tutto, mi organizzo e parto, così vedo anche se è vera la leggenda degli italiani che si riescono ad adattare ovunque e cavarsela in ogni situazione.